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E muore il cuore

Ci volevamo divertire
non c'era nulla da fare,
andiamolo a bruciare.
Il suo dolore?
È solo un barbone,
ha per letto la panchina,
un cartone per coperte
ed il cielo come tetto.
E che c'importa,
nella lotta quotidiana,
è stato dalla vita
gia totalmente sconfitto.
Chiunque tu sia,
avrai senz'altro un'anima
migliore della mia.
Non ti chiamerò barbone,
avrai un nome che non so.
Prendi la mia mano,
stringila nella tua,
senza sbirciar per una volta
le tue lunghe lente ore.
Lasciami gustare
la grandezza del tuo cuore.
Te lo dico rigonfio in petto
sperando sinceramente
che dal tetto del tuo cielo
ti sorrida un angioletto..

 

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9 commenti:

  • Igina il 22/05/2012 17:19
    Molto belli, ben fatti, intensi e toccanti... questi tuoi versi... Complimenti vivissimi! Un caro saluto, Igina.
  • Antonio rea il 03/09/2009 16:34
    Ciao Daniela, .. questa tua poesia mi ha molto colpito, .. non ho ancora letto altro di te, ma SEI STUPENDA!!
  • Marco Vincenti il 04/05/2009 12:20
    Un brivido sta attraversando il mio corpo per questi splendidi versi che manifestano una maturità spirituale non indifferente. Davvero molto bella
  • Ugo Mastrogiovanni il 25/04/2009 17:06
    Quando la composizione lirica si identifica con l’impostazione spirituale di chi scrive è tale che rende superfluo ogni commento.
  • Vincenzo Capitanucci il 08/04/2009 08:33
    A volte i barboni... i Clochard... sono delle persone magnifiche... hanno rifiutato il modo di vivere della nostra Società... o lo sono diventati perché non hanno fatto nessun compromesso... o per disgrazie... o per malattie... o perdite di lavoro... e mille altre motivi... sono le campane invisibili del cielo...
    E quando ci giungono notizie così... veramente muore il cuore...
    Splendida poesia... Daniela... prendi la mia mano... lasciami gustare la grandezza del Tuo cuore...
    Con stima...
    v
  • Anonimo il 01/01/2009 13:45
    Nobile gesto che merita rispetto e quindi il mio silenzio.
    N. B. Capisco che tu non comprenda il senso del mio messaggio, la spiegazione sarebbe troppo lunga, quindi fai un atto di fede e non arrovellare il cervello
  • Donato Delfin8 il 07/12/2008 01:52
    bella! grazie
  • Riccardo Brumana il 02/12/2008 22:43
    gli emarginati son da sempre nel mirino degli ignoranti e malvagi.
    una bella poesia la tua anche se utopica... nel senso che loro "chi va a pestare a sangue questi poveretti" non riescono a cogliere il punto di vista degli emarginati e continuano a vederli come spazzatura da togliere dalle strade.
    mi è piaciuta, un abbraccio sensibile amica.
  • Sonia Di Mattei il 02/12/2008 13:44
    non so se tu l'abbia dedicata al clochard di Rimini bruciato.. comunque per lui e per quelli come lui, cui la vita è stata avara, per chi non è conosciuto col proprio nome e li vedi nelle grandi città, sui marciapiedi, sui gradini delle chiese, sui parchi.. con la sconfitta negli occhi e la rassegnazione.
    Bella poesia

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