Un canto nero ed affiacchito
mi si avvinghia
e china il corpo mio sforzato.
Nei sussurri si ripete
dalle tenebre inquiete
fino alla mia fantasia...
malata lei che tutto scuote,
che cani e corvi in me ravviva
e il mondo falso,
quello a cui doniamo il fato,
adesso tace.
Seduto,
perduto fisso il sottobosco
ed ogni cosa nuova pare,
pure la compagnia di funghi e il vento,
mi chiamano a venir con loro e dunque vengo:
io da bambino lo dicevo...
il mondo vero
esiste ed è sincero!