Si specchia una lancia tremante
nell’aria ingemmata a rugiada
scoccare nel nero quadrante:
è come la falce che cada
fendendo le spighe al mattino
svelando una terra più rada.
Né stelle né il vecchio cammino
smarrito di scorger s’affanna
‘l viandante: tal è il suo destino.
Vi fu mai più dolce condanna
incisa nel genere umano
d’un tempo che l’animo inganna?
Stregato da incenso silvano
di querce e creature si desta
se s’apre l’abisso nel piano.
Al secco rintocco s’arresta
ogn’eco e’l respiro all’enigma
se annunci età lieta o funesta.