L’improvviso tonfo
e il tuo corpo immobile
in fondo alla tromba delle scale.
Primo, non ti bastava la mia amicizia,
per tenerti in vita?
Sopravvissuto al campo
di annientamento di Auschwitz
avresti preferito fare
l’ultimo viaggio assieme
ai tuoi compagni.
Levi, ad ucciderti, so
che non è stato il ricordo
amaro della prigionia
ma le parole sinistre
di chi negava l’olocausto.
Il vuoto dell’altrui follia
diventa l’atto finale
l’ultimo gesto
di un disperato dolore.