La sofferenza era un’immagine astratta,
sino al giorno in cui ha preso forma in te.
Stringevo i pugni e, aprendoli,
non vi trovavo niente,
soltanto mani colme di tristezza e di perché.
La sofferenza ti ha rubato il dono della parola,
l’energia vitale,
la forza di combattere,
ma non la dignità.
Nei sorrisi abbozzati,
nelle dita sollevate in cenno di saluto,
la tua volontà di vivere.
Negli occhi socchiusi e logori di stanchezza,
l’impotenza della tua tenacia,
la tua arrendevolezza.
Il dolce respiro di un Angelo,
ti ha accompagnato incontro al tuo destino,
l’inizio di un nuovo viaggio,
aprendoti la porta di un Mondo fatto di luce, di pace stabile,
un Mondo senza tempo,
fatto soltanto di istanti di felicità eterna.
Ora ti vedo con gli occhi del cuore,
stringo i pugni e, aprendoli,
vi trovo la gioia del tuo ricordo,
vi trovo l’amore che tu mi hai donato...