Stasera la mia vita
é appesa ai lacci delle mie scarpe
che vagano a destra e sinistra
liberi e sperduti
Passeggio e mi fermo,
la polvere si alza
e questo sole che muore
é rosso
e sembra un ubriaco
uscito dall’osteria
Mi guardo riflesso alla finestra
dall’altra parte della strada
e cerco nei miei occhi
la dolcezza di quel suono,
quello delle mani
battenti sul cuore della mia chitarra e il mio violino
e l’anima persa tra vesti leggere e danzanti,
lunghe fino a caviglie ornate da campanelli
e capelli
intrecciati a stoffe e fiori,
che ondosi ricadono con riccioli ribelli
su occhi neri,
tra i fuochi accesi nella notte
Servitore,
menestrello alla corte della luna,
suono le melodie dei cerchi della fortuna
e la mia voce sarà vento errante
per gli abissi e le montagne
e le mie dita dovranno farmi male
perché io pianga la gioia del loro sanguinare
E vorrà dire
che il mio cuore
avrà ancora
da raccontare...