Nel momento in cui aprii gli occhi,
la luce mi colpì...
Non ero abituata al torpore caldo
e all'aria inconsistente.
Fu quando piansi che mia madre,
esausta ma contenta,
si abbandonò a un sorriso.
Si sentiva stralunata e
assolutamente sconvolta...
Aveva dato alla luce un angelo,
piccolo, dolce e allegro,
seppur piangeva in quel momento,
disperato.
Era così bella, la sua bambina;
gli occhi verdi arrossati dal pianto,
le guance inumidite dalle lacrime
trasparenti, le mani che si agitavano per
afferrare la madre...
Una presa che si sarebbe rafforzata negli anni.
Mio padre mi corse incontro e guardandomi,
represse a stento un sussulto;
così piccola e indifesa, nel suo fragile corpo,
Angela lo guardava.
Appena i loro occhi si incontrarono
con una dolce intensità,
la bambina smise di piangere.
Improvvisamente si sentiva sicura...
Il padre la accolse fra le sue braccia, forti.
Ma con molto timore
la tenne, spaventato dall'idea di
poterla in qualche modo
ferire.
Angela provò sempre sicurezza fra le sue braccia.
Adesso, passati tredici anni da
quel giorno stupefacente,
ancora penso
all'immediato amore che provai
per i miei genitori.
Ancora mi sento unita
incredibilmente
a mia madre...
Ai suoi sorrisi gentili e alle sue carezze confortanti.
Ancora mi sento
sicura
fra le braccia di mio padre,
che mi sostengono e mi alzano
quando le gambe cedono.
Ancora li amo, come se ne dipendesse la mia vita.