Ogni volta
rileggendo
nella luce dei miei occhi Amore
quello che è per questo che non è
sgorgano lacrime cristalline dal mio cuore
scavano profonde
rughe
innumerevoli solchi
in archi temporali
sulla mia fronte
occipitale
pronte a partire
in scoccanti scintille
toccando
le frecce di trecce fluenti
in fulmini traccianti
di sana pacifica
scorrevole
vera crociata
liberando la luce
nei nostri sacri corporei sepolcri
in un bagno d’amore
l’unione nel Tempio
fra spazio e tempo
bagnati
non dal sanguigno sapore
di mani crudeli
votate unicamente alla morte
da ruscelli di splendidi cristallini doni