Il mio piccolo bambino
un essere psichico
un gigantesco semino
non nato
non amato
non capito
non voluto
di cui io sono
la grottesca immatura immagine
può afferrare le stelle
nelle sue grotte stellari
ruggendo ridendo in gioioso intrepido leone
fra gocce perlate di luminose rugiade
spargendole
su germogliate carni
in carmini cantanti
Aprendo
nel nostro arboreo corpo
divini pampini
con gemme pronte a primaverili schiuse in sintesi di luce
linfa è il suo sangue
scorrente
corrente in voli di voce
di cristallini ruscelli
dando alle tue pendenti radici celesti
generosi aperti acquosi frutti rigeneranti
Seminati
offerti
in dono
donati
dai grandi Giardinieri
ad arati campi di terre terrestri
la Sua celeste mano un solco in auge d’onnipotenza
fotocopia in un attimo
l’universale Amore
nutrendoci d’ampiezza le foglie
dove l’infinita luce amorevolmente si spoglia
in un nudo di foglia