Mi era sembrato
di vederti
tra le nuvole dei miei cuscini
voltarti verso di me
e sorridermi come sempre
Ho avuto tutto il tempo
di ascoltare la tua musica complessa
tutto il silenzio
per ricordare le tue parole
tutta la pazienza delle dita
senza sfiorare i tuoi capelli
Solo pelle
in fondo a tutti i significati
solo epidermide coprente come plastica isolante
come asfalto assestante
come guscio attraente
Nella mia serena nudità
totale e ingenua
per te rivoltata al rovescio
all’aria delle tue lenti
ho scoperto una bellezza
mai vista
come d’avere un segno
a cui hai dato il nome della tua arte
Mi era sembrato
Di vederti
scritto o inciso nel nome
sulle pareti del mio stomaco
inverosimile
e ho fatto appena in tempo
a nasconderlo nel cuore
prima che la polvere dei tuoi passi
lo cancellasse
Lo ammiro
senza fiatare
ne osservo le movenze e le benedette
lettere che lo compongono
proteggendolo dalle scorie del tempo
e della luminose, impietose gesta
del futuro