Mi vedo
tra l’aureola del mio segmento
cercarmi nella lentezza di una melodia triste
e ragionevole
come il vento dopo la pioggia
fresco e pungente
in continuo trasformare
trasparenze leggere
Le note sono tocchi
sottili
delicati rivoli
di piccole lacrime silenziose
nel non senso del piangere
o ridere
seguendo i propri stessi profili
con le proprie stesse dita
Se il tatto fosse
sentimentale come foglia
accoglierebbe le pause
come benedette.. attese
come rumori disattenti
di pulsare di cuori
in una tormenta d’eventi
diluiti alla sabbia
e al colore della mia penna
innocente assassina
Nel concepire le mie parole
e farle morire a nuova vita
perché io le legga ancora
e le senta pietosa
danzare col mio stomaco
ingenuo
resto a guardare
istinti regali
calmare per attimi le proprie ombre
e sedersi insieme
ad ascoltare un rombo lontano
dissolversi come musica
nelle profondità della notte