Aveva timore il Poeta
di scendere dal suo sacro monte
perdendo la scia del suo timone alato
quanto volte aveva perso già tutti i suoi Sogni nel logorio del quotidiano giorno
adesso aspetta ovattato accucciato nel suo essere d’essere abbastanza forte per dare un concreto corpo al suo Sogno d’Anima in un concerto universale
paura di perdere tutte le sue animate melodiche stelle
ruotanti in luce al vertice della sua libera testa nel vuoto
paura d’incontrare una dura luce di fittizie realtà
fatta di tensioni e affanni d'archi portanti all'annullamento nell'oblio di Se
divoranti le sinfonie armoniche delle sue Galassie
che fin dal primo mattino svaniscono
nel suono allarmante di una meccanica sveglia svegliante addormentante la sua vita in una
triste chiave schiava d’un piccolo Sol di acerrima solitudine fra le genti in-divisa