Noi
stranieri
in simbiosi
complici
persi nei vicoli della notte
bruciavamo nel buio
infiniti
lontani
oltre i limiti.
E io
bambola di opale
nuda
mi espandevo
come onda di mare
e tu
scavavi la mia carne
ebbrezza e gelo
mordevi il collo
pulsavi fragile
puro
terminale
inghiottivi la coscienza
nel rintocco delle ore
e io placavo l'angoscia
quando l'anima ritrovava il corpo
in vortici di ombre innate
e bevevo il sangue dell'amore
a lacerarmi.