Opaco specchio bramo
di dolore
chi è il più brutto del re-a-me
seguendo una piccola bara
rifletto su un riflesso di me stesso
bianche colombe
seppellite sotto un cielo nero
un velo copre gli occhi
orbite nutrite da ossi spolpati
di scheletriche spose denutrite
picchiate violentate
derubate in Vita
bambini mai nati
minati
spappolati
in mortali pappe
nel labirintico disumano cervello del nostro tempo
pance gonfie d’aria mosche negli ombellichi a succhiare quella poca energia di vita rimasta
se il gioco finisse oggi sarebbe un grosso pachidermico guaio
salterebbero i primi della classe ed i secondi minuti seguirebbero a ruota in ore di giorni di tragiche settimane in mesi d’anni di lustri secoli consumati da millenni bui
condannati
a disperata morte
Tutto sarebbe perso in un quasi Nulla di fatto in frantumi i Sogni
il tempo dell’Amore Fato di fortunato donato Amore in gratitudine ed in ingratitudine per noi
è infinito
non giochiamoci tutta la nostra vita in troppi drammatici alberi di sempre eterni
però