Una grande tristezza cresce dentro di me.
È l’ urlo dell’ Ippolito guerriero
Che fiero corre e ride delle schiere.
Tra queste corifee
pur una ci sarà,
che in alto il suo nome innalzerà.
È di Giobbe il grido di dolore,
che con affanno ricerca l’ amore,
una volta perduto e due volte trovato.
Oh potessi anch’ io levare in alto il mio canto,
e spezzare con la fidata lancia
i muri della tenebra nascosta.
E se di Teseo il pianto rimarrà,
spero in Dio
che come Giobbe anch’ io
mai più sola nella notte resterò.