Cosa mi rende sospeso
vicino e lontano a questa rana
che ha polmoni destinati a scomparire
per metastasi di catrame?
Forse è la nebbia alle labbra del colle
che rende gli uomini nudi e bucati
il serpente di pub e ristoranti
il dito del porto che rilascia penne
e traccia parole sul foglio del mare
questo posto antichissimo salato di vento
i laghi di porfido in cui tutti s'immergono
sperando che i cerchi convergano
e gli alberi orlati di neve
a cui ogni giorno è una morte rinnovata
che fanno di me l'estraneo
di questa terra, l'unico vero indigeno.