Nascondo i denti sotto morsi di carne,
il sole si asciuga sulla pelle salata.
Gesto innato di vanità. Tre dita tra i capelli,
ghiotti di albicocche mai colte,
marionette fantasma di un'estate ormai spenta.
Pulsa gonfia di ricordi la fronte odorosa,
di giochi e abbracci in cartolina,
sullo sfondo, altalene abbandonate. Ruggine. Come di rabbia appassita.
Sotto le luci spente di una festa ormai conclusa,
sola, fisso lo smalto ancora caldo sulle dita.
Bourgogne. E assaggio.