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L'autoritratto del pittore

Posacenere stracolmo, intasato
e aria viziata
la stanza sembrava una prigione
la costrizione del pensiero
i colori sparsi ovunque
davano quel giusto tono
al selvaggio
dentro di lui.
Attacato alla parete uno specchio
enorme,
quasi imbarazzante,
e lui, di fronte
paralizzato
nella sua forma.
Gli occhi fissavano
ogni sfumatura,
ogni cambio di colore,
ogni emozione
che poteva intravedersi
in quel volto ormai segnato
dalla vita
e dalle sue scelte.
Solo, come sempre
pensò all'infanzia e al candore
di quando la madre
lo metteva sopra ogni cosa
Solo, ora era rimasto
ad affrontare la sfida più grande
il riflesso di se stesso.

 

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5 commenti:

  • Anonimo il 16/06/2009 21:18
    Piaciuta.
  • Aurora F il 16/06/2009 15:59
    doppelganger di noi stessi. sembra piuttosto facile. ma poi...
  • Anonimo il 16/06/2009 14:25
    la tua poesia ha lo straordinario merito di toccare l'animo... non sai quante volte avrei voluto distruggere quel maledetto specchio che deforma questa mia tanto odiata fisicità e mi accorgo di essere il solito bastardo... bellissima... grazie
  • aleks nightmare il 16/06/2009 14:15
    È vero, solo che lo scritta guardando degli autoritratti di van gogh, specialmente quello in cui lui ha la bendatura a causa dell'automutilazione dell'orecchio
  • loretta margherita citarei il 16/06/2009 13:22
    ricorda un po il ritratto di dorian gray nel finale bella nella sua malinconia

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