Doni...
Continui, imprevedibili, sostanziali
occhi neri nella penombra
lacci slacciati ai sandali
incomprensibili piogge desertiche
compendi dispendiosi di energie
liquido ambrato nel vetro insolente
L'aria di un quarto di pulviscolo
fari elargitori di sinuose movenze
occhiali appoggiati al davanzale
una sedia vuota nella stanza
tappezzata d'acrilico
olio di mandorle
e panni di lino
Vertiginosi, profumati
e incoscienti colori
deposti, recisi nell'acqua
gambi e corolle
impiastri cremosi
su vellutate sponde di muschio
dita aliene tra capelli terrorizzati
fischi di treni
assurdi e assoluti
come sorrisi
-L'accettazione del dolore
come perdita necessaria
come speranza macinata
la delusione come profilassi di sconfinate
bugie...
... e poi la rabbia di una pace
di circostanza-
Sax tenore...
Svanire finalmente nel cielo che ti chiama
complice
da quando il tuo minuscolo piede ha improntato
la fredda consistenza della sua ultima dimora
sciogliersi in una miscela di crudità attraenti
fondersi nel sapore di un sapore sottilissimo
e sconosciuto
impregnartene e ingoiare nuvole...
Chiudere gli occhi... lacrime calde
tastarsi il capo... nessuna corona...
Solo cascate copiose
di petali tra onde ramate
scivolare sul collo nudo
e il petto
ansimante...