Con la mente sgombra di inquietudini
mi volsi un dì alla finestra
ove prontamente inalai l'aria tiepida della sera
allorquando udìì nell'oscurità nascente
una leggiadra melodia di zampogna
plasmata da un misterioso sognatore
al d là dei palazzi in qualche improbabile luogo
Mi sovvenne allora un sogno fatto tanto tempo or sono
in cui la mia ancora fanciullesca coscienza
si librava con leggerezza
fra una moltitudine
di costellazioni vermiglie, eburnee, verdazzurre, argentee
In quel tripudio di beltà
la mia anima incorporea sondava le maestosità solenni del cosmo
e spazio tempo dimensioni si fusero
e li vi rimasi annientata;
sogno realtà
tutto era davanti a me
come un caleidoscopio da scrutare
E poi solo pace, silenzio, immensità