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L'avaro

Pensieri cupi e alteri
turbavan sonni avari,
sepolta anima avita
da opaca pietra viva
Forse costui non dormì,
mai:
CRUCCI
rivolti all'indomani.

Fiorian stelle cadenti
e brulicava il mare,
solo, non gioia né dolore,
non udì poesia di venti
né di fronde stormire gaio:
AVIDO,
contava chicchi nel granaio.

Ma di un sol chicco non degnò
eterni silos di cieli alti,
di pace non addusse segno,
né mietè prodighi talenti,
ARIDO
stelo non produsse fiore,
né di un sol seme fecondò
le terre.

Dorava spighe il prato
e novellava l'alba
ei non sognava voli di
farfalla.
né di un bambino lo stupore
ardito.
CUPIDO,
aveva brama di possesso
e fu per questo che perdè
SE STESSO.

 

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3 commenti:

  • Renato Petra il 09/11/2010 14:21
    Molto coinvolgente sia nella forma che nella sostanza, entrambi frutto di sottile intelligenza.
  • Anonimo il 29/07/2009 00:23
    molto bella
  • Anonimo il 28/07/2009 23:32
    Bella poesia, ottimo scrittore

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