Un giorno verrò davanti alla tua porta
a chiamarti,
attraverso l'uscio socchiuso,
sentirò la tua voce melodiosa...
parlare con lui d'amore.
In dissolvenza dai vetri,
i tuoi occhi d'ebano incrociare il mio sguardo
come per chiedermi perdono
per non aver potuto amarmi.
Un giorno verrò davanti al tuo cancello,
per parlarti di me sconosciuto...
osservandoti furtivamente con stupore,
intenta, nel giardino,
a scrivere le tue poesie d'amore...
mi sembrerà di vederti sfrecciare in bicicletta,
lungo i sentieri cosparsi di biancospino,
tra aliti di vento, correre verso l'antico borgo.
E griderò il mio nome,
griderò il tuo nome,
ti chiamerò Luce...
ma tu non sentirai,
oltre il tempo di dolore e solitudine.
Un giorno ritornerò nella mia terra,
tra baie dimenticate e il mare che respira,
tra microrganismi marini morenti
e meduse alla deriva...
disperato... anch'io morente...
senza di te, amore mio!