username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Metastasi

Forse,
vedrai i tuoi figli
crescere un anno ancora
e vorresti dar loro
ciò che da quel dì
più non potrai dare.
E lo farai
col sorriso sulle labbra
soffocando il pianto.
Il tuo amore ti salverà
dall'inferno della
disperazione.

 

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

13 commenti:

  • DOMENICO DE MARENGHI il 03/12/2007 13:50
    Bella e intensa, bravo!
  • Anonimo il 05/06/2007 22:33
    Rileggere questa poesia è un piacere, ogni volta che la leggo, dai miei occhi sgorgano lacrime amare, il terrore di non poter dare ai tuoi figli ciò di cui hanno bisogno ti porta a vivere nell'inferno. soffertissima. Ciao Angelica
  • Anonimo il 15/05/2007 15:47
    Bella e intensa complimenti, ciao.
  • Ezio Grieco il 15/05/2007 00:42
    Bella Augusto.
    Bravo nel riproporla; mi privavi del piacere di leggerla!
    Clezio
  • Notari Silvano il 03/03/2007 09:16
    Esiste un vecchio detto detto fra gli Alpini (orgogliosamente ne ho fatto parte nel 1971) ed questo: Non sono morti sono solo andati avanti. La morte è semplicemente un passaggio della vita. Esso è temuto e visto con dolore perchè è purtroppo l'ultimo quello estremo, in più l'amore per la vita ci porta ad un rifiuto psicologico. Il testo è comunque ottimo Ciao da Silvano
  • Ariberto Terragni il 27/11/2006 17:05
    Intensa e definitiva, un lucido sguardo sul dolore, senza pietismi nè fronzoli inutili. Esemplare.
  • LAURA B. il 14/11/2006 19:50
    l'amore come unica salvezza, unica speranza in questra vita incerta.
  • miryam maniero il 11/10/2006 10:44
    molto bella augusto, sentimenti che ci accompagnano nel nostro quotidiano, anche qui mi ritrovo con le stesse emozioni di vivere.. l'amore è la grande forza... per tutto...
    ciao, miryam
  • Argeta Brozi il 16/09/2006 11:42
    Mi piace la chiusa. Una precisazione che farei : quando scrivi "ciò che da quel dì...", è come se la poesia si "incricasse", rallenta il ritmo. Io metterei semplicemente : "E vorresti dar loro ciò che non potrai più dare" E toglierei la "E" prima di "lo farai".

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0