I vagoni arrivano piano alla stazione,
strisciano sulle rotaie arruginite
e la nebbia accoglie tutti i passeggeri.
Le strade sporche sono affolate,
desolate nello stesso tempo,
non cè ombra di umanità.
Tutti corrono, occhi sbarrati,
legati ad una catena, spinti
da immaginari padroni.
Milano raccoglie i suoi frutti,
i suoi peccati, le sue vittorie.
Falsità mistificate d'oro,
pericoli ed astuzia tumefatta.
Milano scorre come un fiume,
riempe piccoli mondi con altri mondi,
pazzie con altre follie.
Milano toglie respiro, tra benzina
fumante, aria sporca, viziata.
Milano accende i fuochi del male,
ingrassa i più forti, asciuga i più deboli.
E da una strada di periferia,
con i suoi sacchetti per terra e le pozzanghere
marcie, nulla scompare,
si proiettano i corpi al centro.
Le anime continuano a combattere, scannarsi
per un pezzo di orgoglio e felicità.
Sembra così lontano il traguardo del successo,
la calma e la pace,
spazzate via a suon di urla e sirene.