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Incubi

L’angelo che bestemmiò il suo dio
non aveva fragranza di rosa

ma puzzava il suo fiato
fetore il suo sudore

e fuggì

l’uomo solitario pesava il tempo
e osservava le donne passare

lascivo il suo pensiero
sulla bilancia truccata il suo sperma rinsecchiva

e fuggì

l’orologiaio distratto
cambiava le pile all’orologio atomico

ma nulla esplose quel giorno
fu una strage batteriologica

e l’orologiaio fuggì

maestro maestro
il tempo si è fermato

a chi toccherà ora il suo
TIC TAC

e il maestro fuggì
…svegliandosi

 

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1 commenti:

  • bruno guidotti il 13/01/2018 10:21
    Bella descrizione, al di là dei soliti schemi, la rima esiste ma è travestita, si fa solo notare, ma non è lei che si impone. Magifica scena surreale, che va al di là della logica. Complimenti.

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