Era diventata
un biglietto di supplemento
carta ingiallita
dai tocchi delle loro
possibilità
S’era costruita un varco
tra le mummie psicolabili
che contornavano il vetro
e scivolava cospargendosi il capo
di cenere
delle ultime sigarette
accese
Pensava spesso
a come sarebbe stato
il dopo
quell’attraversamento delle budella
carezzate da coltellate lente
quelle nauseanti robotiche coercizioni
quell’imperterrito battito
tra le campane
Mai però
l’immaginario concentrico
di un digiuno forzato e dissacrante
avrebbe concepito
lo sciogliersi dei ghiacci
né lo spegnimento dei vulcani
così come realizzarono nella loro
sfacciataggine
Così restava lì
godendo la scarnificante attesa
del niente
ripetendo nella testa una formula
per sordi
restava lì
a masticare albe
come fossero spilli
nascosti
in un cucchiaio colmo
di miele…