Fallo ancora, ripetiti,
almeno un'altra volta,
e poi un'altra ancora.
Voglio capire, almeno questa volta,
ma tu devi parlare,
fallo a gran voce.
Mi si incenerisce il fiato, che ti è successo?
Vuoi fermarti?
L'intestino mi razzola come una carogna,
assurdi movimenti gastrici,
ho un principio di vomito.
Cosa c'è che non va?
Devi parlare, più forte, non riesco a sentirti.
Ho le unghia, paiono due cocci d'avorio,
prova a riscaldarmele, il sangue non ti manca,
non lo disperdere a zonzo.
Cosa c'è che non va?
Adesso ho uno sfogo cutaneo, su tutto il petto,
un'orripilazione del tricoma,
di che hai paura?
Le ossa fremono, e
i miei muscoli,
paiono tanti piccoli eunuchi, uniti a festa
è forse questo il costo della frigidità?
Più deciso, non riesco ancora a sentirti,
non so quanto tempo ancora ti rimane.
Ho una sveglia nel petto,
è un cuore che fa:
Tic, tac, tic, tac, tic, tac,
sempre più in fretta,
vuoi forse dirmi che il tempo stringe?
Allora affrettati, ma fallo con dolcezza.
Non così! Fai piano!
Di questo passo, non ne rimarrà più niente.
Te lo giuro, possiamo arrivare ad un compromesso,
ma devi parlare.
In questa tua lingua bislacca, non riesco a capirti.
Su, non rimanertene sulle tue,
troveremo insieme una soluzione,
ma ti prego, non sussurrarmi ancora una volta,
che non c'è feeling fra di noi.