Viaggi con ali di carta
che si bruceranno al fuoco
della vanità,
eterea nascondi il volto e l'anima.
Non ti riconosco,
forse eri il tempo che consuma
e il tormento che corrode,
forse la consolazione e il perdono.
Come zingara che legge le mie mani,
scomponi i miei ricordi d'amore,
bevendo senza pudore gli umori del mio corpo.
Non ti conosco astratta e arida
cancelli la memoria inestricabile,
come il labirinto di Dedalo,
in un tempo senza storia.
Ferita con il seno proteso,
in ginocchio tra la polvere,
alzi al cielo i tuoi occhi meravigliosi,
spenti come cristalli in frammenti!