È solitudine bastarda,
trovarsi a camminare
sulla battigia imperlata
di un mare d’autunno,
quando la sabbia umida
ricalca ed appesantisce
le tue orme.
È solitudine bastarda,
sedersi sulla veranda
di un ristorante,
all’ultimo tavolo
dell’invisibilità,
consumare un menù
senza sapori,
zuppa di pesce
con scorfani del silenzio.
È solitudine bastarda,
dopo pranzo
ritornare lungo il mare
e raccontare la tristezza
ad una conchiglia.
È solitudine bastarda,
guardare il crepuscolo
senza gioire dei suoi colori,
salire in auto, verso casa,
obbligando lei,
che ti siede accanto
ad allacciarsi le cinture.
E la sera poi,
la trovi accovacciata
sul tuo letto,
a condividere la tisana
e quelle fottute
gocce di sonnifero.
per non piangere
e pensare..
Inutile anche sognare,
al mattino lei è sempre lì,
solitudine bastarda.