Ti comprendo,
mio moribondo,
che tra sofferenze
giaci:
allora il desiderio
collide nel dolore.
La vita,
che tu gestisci,
imprigionata
tra sbarre invisibili,
dove l’anima cerca
una lima per evadere,
la vita ti sfugge
dalla vecchia pienezza
delle cose quotidiane
ora futili
ora nostalgiche.
Capisco il tuo anelito
Di volare ed essere
Libero con la volontà
Tua sola.
Ma non accusare Dio,
memore del mondo,
che non costringe
il tuo corpo
al patimento clinico.
Ti comprendo,
laddove il tuo
viatico finale
vorrebbe significare
ancora voglia di
essere tra chi ti guarda.