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Sera di giugno

Cala le palpebre il giorno
ma tu capricciosa rimandi
l'istante di darti al tuo sonno.
Dopo l'Ave Maria recitata
per fare più pura la notte
«Ancora! » la voce reclama
«Ancora! » imploranti i tuoi occhi.
Sorpreso e invero commosso
da tale innocente richiesta,
rinnovo la prece più amata
da chi si avvicina alla morte.
Il canto di quell'usignolo
l'innalzi al cielo più lieve.

 

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3 commenti:

  • Minalouche TS Elliot il 24/10/2009 21:52
    Non posso che confermare le parole di Ugo e Alfonso.. davvero bella! Una carezza serena nel leggerla. Grazie Maurizio.
  • Anonimo il 24/10/2009 19:55
    Ugo sa commentare molto meglio di me e visto che lo ha fatto lascio a lui il commento... aggiungo solo un mio mi piace molto bella
  • Ugo Mastrogiovanni il 24/10/2009 17:32
    Questa lirica è una voce immersa nel paesaggio della spiritualità di Maurizio Cortese, descritta attraverso segni, forme e suoni scanditi dal procedere del verso profondamente mistico e sereno.

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