Vorrei rubare gli occhi
spalancati di mia figlia
per avere uno sguardo
sorpreso di tutto.
Vorrei farmi prestare
la sua innocenza
per non cadere
nelle braccia del nulla.
Vorrei possedere
l'instancabile sua voglia
di riprendere il gioco
per dirti umilmente:
« Sono pronto a tornare
ancora una volta
l'uomo che speri da me».
Ecco finalmente un uomo che non ha avuto ambizioni universalistiche, ma solamente fiducia nella ragione e negli affetti del suo mondo, per quanto piccolo possa essere quello della famiglia. La lirica di M. Cortese trova spunto dalla purezza della sua creatura e si fa pura, semplice e autentica come lei.
Apparentemente lieve, sospesa, nasconde una sofferta richiesta...
Un gioco? reinventarsi quotidianamente è un faticoso lavoro, farsi accettare per quello che si e diventati col tempo, arduo... Piaciuta.