Voglio dipingerti triste città
catturando il tuo pianto sulla mia tela,
con quelle gocce di pioggia che graffiano l'aria
e l'asfalto assetato che grida dolore.
Le campane suonano la loro triste canzone
scandendo il passo di ombre diurne
che di nero vestite inseguono il tempo
giungendo al giaciglio di chi non ne ha più.
Voglio raccontarti triste città,
rammentando il tempo in cui eri migliore.
Il sole ti baciava illuminando i cortili
e il vento scostava i pensieri nefasti.
Voci di gente davano vita
a quegli spiazzi affollati, con frasi e parole.
Il tempo scorreva e tu non pensavi
finché la nube arrivò rendendoti oppressa.
Ed ora che gemi sotto questo macigno
reclami ciò che un tempo ignoravi.
Voglio aiutarti triste città,
fin quando solleverai questo coperchio
e smetterai di stare in apnea
respirando l'aria di un tempo
e tornando a sperare di più.
Ma chissà se tornerai triste città,
se mai rivedrò quelle vie assolate.
Per intanto ti osservo lì a capo chino
a meditare su ciò che sarà il tuo domani,
gettando quel pugno di terra ai tuoi piedi
a salutare chi era il tuo ieri.