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Arlecchino

Arlecchino torna a casa
ha finito di crogiolarsi
La sua veste oramai è appesa
cosicchè possa asciugarsi

Il suo sogno su di un letto è steso
con un seno già scoperto
l'altro rannicchiato nel lenzuolo di raso

Nel suo antro nudo
lui è schivo e riservato
Sembra piangere stavolta
Arlecchino Appassionato

Non è più ministro di cialtronerie
il regnante ormai ha deciso
Arlecchino Licenziato

Al suo posto troverai nuovi cialtroni
chiusi dentro una scatola di vetro
con un occhio enorme che chiamano fratello
frustrazioni psicologiche come fardello

E milioni di persone
a gioir dei loro affari
ci vorrebbe che Arlecchino
ingaggiasse Mercenari

Un Ulisse a trafiggere quell'occhio
e a ricordare a tutti
che cio' che è eterno
non sarà mai vecchio.

 

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9 commenti:

  • alberto accorsi il 27/07/2007 13:23
    Ricca e pimpante. Diseguale in quanto ad armonia dei versi.
  • marco terrabruciata il 18/02/2007 00:50
    l'arlecchino il buffone lo faceva con il cuore.
    questi nella scatola di vetro son buffoni e basta
  • Carlo Diana il 23/10/2006 13:52
    In me, tramite questa poesia, Arlecchino rievoca la funzione del buffone di corte e Dario Fo. È satira che canzona il potere mentre gli allieta le serate. Comicità e satira come esperienze d'opposizione alla cultura dominante, contraltare e proposta per una lettura altra della realtà. Il grande occhio/fratello è invece l'esaltazione del potere, l'adesione acritica al sistema dominante, la negazione d'ogni forma di opposizione ad esso, quasi fosse l'unica realtà possibile. Bel contributo dunque.
  • sergio vassetti il 22/10/2006 16:02
    di eterno oggi è rimasta solo la macchina per l'omologazione dei pensieri il terrorismo mediatico lobotomizzante e questa maledetta cultura del senso di colpa..
    bel ritmo questa poesia-canzonata...
    bravo!
  • Susanna Melis il 22/10/2006 09:31
    Molto bella, mi sembra di tornare a scuola... nel senso che sembra di leggere un classico!
  • Ivan Iurato il 20/10/2006 18:10
    Ironica, quasi surreale.
    Arlecchino assunto ad emblema d'una comicita' burlesca ormai persa, rimpiazzata da fin troppi buffoni televisivi. Molto apprezzata.

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