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Parkinson

Eri aitante, giovane e bello.
Ti sentivi padrone del mondo
degli affetti non tenevi conto.
Alla donna che tanto ti amava
solamente parole cattive,
ogni volta la riempivi di botte.
Poi un giorno, quel lieve tremore
di colpo cambiò la tua vita.
Non pensavi potesse accadere.
La diagnosi che mai avresti voluto udire
E il tremore ogni giorno aumentava
fino ad aver bisogno di chi t'imboccava.
E stai ore al buio in quella stanza
non ti va di vedere nessuno.
Io lo so cosa pensi nel buio,
pensi a tutto il male che hai fatto
a chi tutto il suo amore ti dava
e mentre una lacrima riga il tuo volto
preghi Dio, e gli chiedi perdono.

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 31/07/2013 08:30
    ... ho pianto nel leggere questi versi, la sento mia!
    Ti vorrei abbracciare!

11 commenti:

  • Anonimo il 06/11/2009 15:18
    Quanto amore trasuda questa poesia. Mi piace
  • VINCENZO ROCCIOLO il 05/11/2009 11:50
    È una poesia dove si rivela la sofferenza per il comportamento spesso brutale di un marito violento, ma dove si ritrova anche la pietà per un uomo ormai malato, un tempo fiero della sua prestanza fisica e oggi completamente dipendente dagli altri.
    Molto bella, Anna Maria.
  • Vincenzo Capitanucci il 02/11/2009 08:33
    Realtà durissime... dove la Vita... percorre i gradini della morte... pentendosi... di come tutto.. avrebbe potuto essere... con più d'Amore...

    Un abbraccio Anna...
  • Anonimo il 01/11/2009 21:27
    Poesia molto triste, sulla malattia da cui non c'è speranza. È la vita, purtroppo, la vita di ogni giorno. e, domani potrebbe capitare a noi. QUindi aiutiamo chi ne ha bisogno, e soprattutto finanziamo la ricerca.
    bella poesia
  • Cinzia Gargiulo il 01/11/2009 21:01
    Poesia dolorosa!
    Qualora fosse autobiografica non posso che dirti: "Coraggio!"
    Un abbraccio...
  • francesca cuccia il 01/11/2009 20:37
    Vera molto vera purtroppo molti si accorgono di far male solo quando ne hanno di bisogno.
    Brava Anna.
  • Anonimo il 01/11/2009 19:14
    Esplicita nell'esporre con chiarezza lascia sul foglio la sua rabbia, ed una speranza che possa questa persona rinnegare il suo passato chiedendo perdono a Dio nell'ora dell'ultima agonia.. che Dio abbia pietà di lui e di tutti noi
  • Don Pompeo Mongiello il 01/11/2009 17:40
    Una descrizione perfetta di una delle malattie peggiori, e qui sembra proprio il castigo di Dio, che sull'uomo crudele gli piove addosso senza pietà alcuna. Bravissima!!
  • Fabio Mancini il 01/11/2009 17:23
    Sicuramente nella tua poesia ci sono degli adattamenti poetici al fine di rendere più sentimentale una realtà ben più dura. Il morbo di Parkinson è una delle 70 malattie della demenza, il paziente tende all'isolamento e spesso è depresso. Forse il motivo del pianto di tuo padre è proprio il sintomo depressivo e se tuo padre non ha mai pregato in vita sua, perché era intento a picchiare tua madre, non credo che inzi ora. Credo piuttosto che siate tu e tua madre a pregare per lui, come è giusto fare. Il Signore ascolta il grido del dolore e fa miracoli quando la preghiera è generosa, cioè rivolta agli altri con estrema convinzione. Meglio una verità per intero che "adattata". Comunque coraggio a voi tutti! Fabio.
  • Ugo Mastrogiovanni il 01/11/2009 15:23
    Anna Maria Russo infila il coltello nella piaga; i suoi versi sono lame taglienti, compassione, fosse pietà, ma non cercano vendetta. Sono versi questi che nella loro asprezza ci insegnano alcuni valori oggi dimenticati.
  • Patty Portoghese il 01/11/2009 15:20
    Tristissima, una dura realta' quella passata e quella presente.
    Baci Pattyrose

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