Aveva le pareti dell'anima
colonizzate dalla muffa
della tristezza
soffocate dall'edera
del dolore invecchiato
che invidioso ne celava
la bellezza della precoce età.
Si sforzava Lei
di grattarla via con le unghie
quella muffa
di reciderla con i denti
quell'edera.
Non si accorgeva che
con le unghie e con i denti
e per inchiostro le sue lacrime
così facendo scriveva Poesie che:
per gli Altri
erano biglie sparse lungo un corridoio,
pericolose nel loro moto imprevedibile
che rendevano Lei
inacessibile ed impraticabile
per Lei
erano i diversi gradi
della statua a tutto tondo
del suo più grande ed arrogante
fallimento esistenziale.