Velo di sposa trasparente e triste.
Ti ho scritto mille lettere ancora sigillate,
ed ogni volta ti ho sputato addosso.
E come un pesce avanzato
che un gatto coi gatti conteso e divorato.
Tra fiammelle e grandi luci e buio
io ho cercato almeno le sue lische.
Nulla nella fuliggine del passato,
Ch’è di un forno generoso lascia le tracce
dove per essere stato adesso sono.
Sarò lo specchio che riflette gli altri,
o solo un vecchio che pianta nel suo muro
scegliendo tra tutti i chiodi quel più duro
quel che riflette, non volendo, un volto?