Mi guardo attorno e noto che il paese
dove vivo ha già indossato il suo abito invernale.
Gli alberi che poche settimane prima
erano un'esplosione di colori di giallo e rosso
e davano ai viali un'aria festosa,
ormai sono spogli, o con foglie secche.
Quelli che sono stati potati,
protendono i loro rami al cielo,
come penosi moncherini.
Le aiuole non sono più fiorite.
Il cielo in questo periodo
diventa lattiginoso,
un colore, non colore che resta per mesi,
è uno spettacolo malinconico.
Tornando al giardino condominiale
c'è ancora qualche traccia gloriosa d'autunno,
foglie d'oro e cespugli rosso fuoco.
Ma soprattutto ecco che con grande meraviglia
in mezzo all'erbetta rimasta un fiore,
mi avvicino e con grande stupore lo guardo a lungo.
È piccolo e ha quattro o forse cinque petali,
è di un rosa carico, sarà di quelli
che chiamano fiori di vetro? Mi chiedo, ma che ha fatto
questo fiore, crede sia primavera.
Quale forza lo ha spinto a nascere? Come è riuscito
a sfidare il freddo.
Nella sua fragilità, mi ha mandato un messaggio:la vita vince,
e dopo un inverno triste e malinconico,
scopri che c'è sempre un seme di gioia.
Lasciamolo sbocciare.
Mi sono portata dentro il fiore
per tutta la giornata, in attesa
di una nuova primavera...