Vorrei addormentarmi sulle tue labbra di ciliegia,
perdermi tra gli eburnei sentieri del tuo corpo,
tra le sue linee stellate ed incoscienti,
annegare nei laghi dei tuoi occhi
enormi come la notte.
Tu sei rivo che prorompe da mille rocce d'altura,
vascello che si dimena
tra plumbee burrasche immense d'onda.
Oh, quanto, quanto
lontano da te
io sono,
povero viaggiatore indifeso
senza scarpe né ali,
basso e terrestre,
e così profondamente immobile
da non poterti avvicinare
nemmeno coi muti passi
dell'illusione.
Ci dev'essere, eppure,
un modo per guardarti
e possedere il mistero
della tua bellezza oceanina,
giovane come rosa appena nata,
e incalcolabile
come la misura del cielo.