Adoro la mia ombra incappucciata
riflessa dalla strada,
si sdoppia, si riaccoppia
e perfino le mura
mi dicono: è tua!
Lirica che risorge,
gotica ed erudita,
benchè manifesta nei pali
sempre più veloci
ai lati della strada
come uomini ossessi
in cerca di carne,
ma viaggio...
Il lavoro, le cure, il rispetto
ci han rotto il cosiddetto
con l'eterna tiritera,
sì viaggio
e mi batto per vivere un sogno,
idiota, io e il mio sogno,
è solo mio
come un'ombra.
Lirica che risorge
da un germoglio
nel campo di morte
e invade il mondo
di raggi solari, caldi...
e sciami policromi
in cerca di pollini.
Adoro la notte dal piede rapido
che mi nasconde,
che mi fa schiavo,
che mi protegge
da una lampada ossessionante.
Ma non devo osannarne il merito
o tutto andrebbe distrutto,
lo dico per i miei non figli
che voglio onniscienti,
perfino del pianto.