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Arcadia

Tra boschi ascosi, infra scoscese rocche,
nei clivi aprichi, torno algide polle,
a mille a mille s'apron le corolle,
timide o ardite, come fosser bocche
di fanciulla anelante il suo garzone
o di madre reclina sull'infante.
Rare, solinghe, oppur di molte, tante:
di neve e cielo hanno le corone,
di sangue e d'oro splendon nel chiarore
tenue dell'alba, o fulgido dell'astro;
son figlie di cinabro e d'alabastro,
di nettare e d'ambrosia hanno il sentore.
Di cotanta beltade tu sorella
sei, spirto gentile, donna sovrana
del regno natural, che 'l cor risana
d'ogni mestizia e sempre più s'abbella.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 03/06/2010 12:40
    E questa poi, arte pura...
    Sei un vero poeta.
  • Donato Delfin8 il 28/01/2010 20:58
    Bella struttura e rime.

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