Città mia di nascita,
città che il destino mi rese straniera
città che mi accogli cauta,
quasi ti fossi del tutto forestiera
Fu tuo il cielo su cui aprii gli occhi,
una lontana mattina di Novembre,
e mi rubasti subito quel grigio,
indossandolo con noia da gran dama
Furono tue le prime leggende
che inseguii con passi di bambina,
sulle tracce di antichi dei di foreste,
e delle fatate trecce nere di Libuse la Saggia
In un altrove non capito e non voluto,
cercai da sola i tuoi passi nella Storia,
lessi di guerre, di rivolte, di regali amori,
ma non trovai la tua favola vera
Mille e mille versi scriverebbe
di lacrime e fatica brucerebbe
il poeta che un giorno si arrischiasse
a dare un nome alla tua anima di strega
Tu ora indossi belle vesti da puttana
da godere, saccheggiare, e poi lasciare,
ma lasci intendere a chi ne ha coraggio
di sfidarti a ben altri, fatali amori
Amori che ti inchiodano al destino,
con un solo sguardo oltre le tue luci,
con un solo passo oltre i tuoi palazzi,
con un solo pensiero su chi tu sia davvero,
Io tornerò da te, per non morire,
ma scenderò dal carrozzone per turisti,
raccoglierò ancora la tua sfida,
luogo del duello, le tue vie segrete,
e le mie armi, il ricordo di un amore,
che tu vedesti con cinica lente,
vivere, illudersi, morire,
ma nelle tue pietre resterà per sempre