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Solitudine jazz

Sorella solitudine, tu corri in riva al mare
dove l'onda non si piega
né sfugge al suo sentire
neppure il tentennare l'appartiene,
d'altra parte, quale indugio è figlio ai sogni?
Che musica è la tua? È forse un jazz tremendo
di Billy Strayhorn con Duke Ellington
in Take The "A" Train
che impazza in me, di notte in notte
e dieci volte dieci, anche di giorno.
Un tempo pensavo di assomigliarti sai?
Ero completamente folle,
oggi credo nella sobrietà delle cose
ma non è esattamente così.
Ogni sciocchezza, in queste passate lune,
anche solo sospirata,
è stata stravolta dagli eventi
e allora di cosa vogliamo parlare veramente?
E cosa si vuole sognare obiettivamente?
Di noi che non sappiamo niente
o di quel poco in cui speriamo e non amiamo fare?
Ho raggruppato alcuni versi sciolti e ancora scritti a penna,
nudi come indomiti puledri col crine al vento,
li ho spacciati per nuovi di zecca
ed erano già out da più di vent'anni.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 29/01/2010 23:43
    mi hanno affascinato questi versi
  • loretta margherita citarei il 13/01/2010 17:39
    bellissima poesia ben scritta

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