Scorre la mano vilmente portata
sporcando il foglio con ruvidi tratti
da una matita graffiante incisiva
togliendo il respiro alla mia vita.
Mi volta girando in risposta le spalle
lasciando d’attonito il mio guardare
s’infrange su specchio d’opaco riflesso
l’immagine che un tempo era un amico.
Come il giorno s’inchina alla notte
cammino a tentoni nel buio profondo
tra cinte apparse ancora più alte
arrancando incapace e morire dentro.