Sono piatto d'uva e lama sottile
sono la tua condanna
il ramo del pero che ti ha nutrito
il leccio fecondo dove riposerai.
E tu, piccola roccia salmastra
sarai stella che cova per chiocce
allunate, sarai il buio del sonno
la mia malinconia di vivere.
Là, dietro i casoni all'imbrunire
spietata si agita bonaccia
poche tremule parole sospese,
ossa consunte del nostro pasto.
L'acqua che scorre medesima
riflette volti, compiange
in orchestre notturne
il malnato destino del falco.
(Fortuna di viandante, corri
nel vespro, sono usci socchiusi
come occhi di giovane vedova)