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E mi venne a trovare

Bussò, alla mia porta aprì con incertezza, mai visto quel volto.
Entrò con fare arguto, mi chiese in se permesso, mi diede un car saluto,
ed io gli risposi che poteva star seduto.
Un volto assai tradito avea questa persona, mi fece un po' paura,
ma continuai a trattarlo con premura.
Iniziò il suo dire, con voce fioca, ma animo forte
non riuscì a zittirlo, aveva troppa voglia di sgridarmi come morte.
Sapevo la sua ragione, non potevo dire altro, solo guardare quelle lacrime
E sentirmi più boia del suo ardore
Artefice del suo rancore.
Ma lo disse senza pausa, solo una fu la rottura
la sua voce che da prima partita con paura
diventò più spessa e dura
e sentì la sua calura...
Si rivolse a me con queste parole, sentite
E ditemi se dal tono la sua persona capite.
Iniziò <<Ero immortale venerando dei miei mille pregi
Mi alzavo in alto curando i tuoi fregi.
Ogni giorno la passione mi consumava, che goduria
ero perfetto, immane, sacro, senza ingiuria.
Se dolore provocavo, mi erano grati
se lacrime davo, si dichiaravano vinti!
Quando il mio profumo li solleticava il cuore
lì m'imprigionavano e davo spazio al mio valore.
Ero la poesia di ogni vita
e se pur da me tradita
ne restava compita.
Il buon Dio anche per questo ringraziavano
il desiderio che tutti enunciavano.
Sonetti, melodie, strofe, a me magie
Attribuivano chi mi voleva e
Disperato fino alla fine mi cercava.
Poi improvvisamente gli stessi che in terra mi desideravano
Mi modificarono senza rispetto e il vero me annullarono.
Che vergogna sul mio volto vedere ipocrisia, interesse, corruzione
Finì in un momento la mia gloria, il mio splendore, mi tramutarono in finzione.
E cosa dire della passione?
Da prima alleata divenne soltanto un contesto
e del tradimento divenne il solo pretesto.
Il motivo per cui sul mondo venni
fu giustificato come capriccio, poi bene divenni.
E ora di me resta solo la speranza che qualcuno si ricordi
E smetta ad oltranza
Di ripeter tanto convinto errore
perche ne risente il mio spirito che piano, muore!
Scusa la mia entrata, il mancato tatto
una volta ero gentile ora son mostro scaltro.
Avevo aspetto sublime maestoso
ora son scheletro invecchiato, di morte glorioso.
Se non hai ancor capito, chi io sia, mi presento
oggi mi chiamano dolore
Ma un tempo ero Eterno Amore!>>

 

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6 commenti:

  • Duca F. il 09/05/2010 20:17
    ... l'ho già letta una volta, ora appena l'ho riletta... è tra le mie preferite, è stato bello rileggerla...
  • esther iodice il 16/03/2010 16:59
    ti permetto con il cuore
  • denny red. il 16/03/2010 14:32
    molto piaciuta! molto! profonda.. scrivi meravigliosamente, e questa se permetti, la metto nei miei preferiti, sei bravissima!!
  • loretta margherita citarei il 16/03/2010 07:58
    una poesia racconto, che esprime benissimo il tuo dolore, piaciutissima
  • esther iodice il 15/03/2010 22:36
    è un mio pesniero, tu troppo buono
  • Duca F. il 15/03/2010 22:22
    ...è troppo bella... tanto.

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