Le viscere non contano
non esistono attese spasmodiche di segni
come non contano attimi di buio
veri incantatori
Sono sottili come pagine
repentini come lampi d'oro d'artificio
sono bicchieri d'acqua dolce
nell'oceano
questi pensieri liquidi
Bevo
la pozione magica d'un momento
tenendo bene a mente
l'inutilità
di specchi a riflettere
di strappi nei veli
di fantomatiche virgole d'appendere
come abiti al sole
ad asciugare bene
Guardo
senza vedere nulla
che mi dia un segno
della presenza
e forse sei in quello spazio
di un diaframma
tra il vicino e il lontano
quello spazio tanto amato
dall'equidistante
amplesso
nel disordine di un
cuore addomesticato
a correre a briglie
sciolte
dentro
un petto.