Quando il cielo urla il suo strazio
e si squarcia piovendo sangue
trova un muro infecondo d'asfalto
e vi si schianta.
Il giorno allora si fa notte
pone un manto di velluto sopra il mondo
come un soffitto troppo basso
che mette l'anima in ginocchio,
vomita un fiume di vernice
che inghiotte tutto dentro il nero
mortificata si nasconde
anche l'ultima speranza.
È una piovra di dolore
che stringe forte le sue spire
spreme lo stomaco ed il cuore
con tentacoli d'angoscia
come cani feroci
che mi addentano le carni
come un sarcofago di spine
da cui non riesco a liberarmi
cieco ed umiliato,
nudo, inginocchiato,
ancora una volta
rassegnato.