Una notte di stelle compresi
Chagall e il suo vento.
Il sogno, un gioco di mani
il suo viaggio,
la vita che lasciava alzando tele
infinite
e donne
al soffio del temporale...
Altrettanto infinito.
Guardai estasiato
una sposa, una luna caduta
un piano... e nel vetro vi lessi
la lieve rugginosa Russia
e nel tratto iniziale Guillaume che rideva.
Vedevo e sentivo
un pesante fardello.
Un viaggio, poi un altro e un altro ancora,
eterno e infinito
in terre lontane
e a volte vissuto come il pianto
che scivolando scema.
Un antico castello,
carte al vento
o una semplice domanda
sussurrata
tra la mano e l'orecchio:
vuoi viver con me? E Cecilia sorrise
e fino alla fine lo seguì
senza sosta.
Ma come vuole la vita
la mano tesa un giorno tremò.
"Digli che vorrei ancora
dipingere il bianco". Pregò la sorte,
ma lei non rispose
e nel vuoto, il vecchio, annuì.
L'agguato non tardò...
Ma Bella era accanto,
come il primo giorno,
accanto
alla fine del ponte sorrisero
tra i due orecchini, gli infiniti occhi
neri come un carbone
o qualcosa d'uguale o acetilene a pezzi
o qual'altro intruglio che propina la vita
dopo la morte, tendente al grigio
che di grigi s'ammanta.
Un mare senz'onde o l'onda che lenta
ritira
per tornare come i suoi mostri
teste al presagio...
il violoncello, una sposa che vola
ed il blu
e occhi tristi del signore...
Il signor del fuggire assorto
e della tristezza.
Fu così che quella volta
... compresi Chagall