Uomini di grandi decisioni, presunte vittime di minoranza, relegiosi astuti che sugli auri ammirate il fiorente giardino dell'educata ambiguità.
Voi, che alla folla stordita invocate il soave parlare, cogliendo a calar del sole il complice collettivo, spingendolo al macello perchè, orfano di se stesso.
A voi, altri religiosi, pallidi angeli in carne, che del vanto fate a corsa, sedeste nell'immagginario al fianco del Cristo, rincorrendo pensieri nascosti con i chiodi in mano e il martello in testa.
Saggi di potere, politicanti fasulli, regolando arduamente il pensare comune, muovete i vostri passi tra le tenebre ben lontani da ogni verità. Elogiate con stendarti simbolici autorità ed istituzioni, coinvolgendo, a vostro interesse le greggi ammaestrate, trovando ancora lungo il cammino ragioni e giustizia, sulla fertile terra dell'inutilità. Chi ululando contro voi trovò il pestaggio, si concede un solitario attimo di disperazione, vedendosi, gioioso dinnanzi al feretro vostro, in un giorno da voi innatteso.
Artisti di ragioni e colori, nell'ozio trovaste sorprese, accettando, un declino sfuggente. Sappiate che poesie o canzoni non vi concedo ragioni, eloggiando, anche voi chi di coscenza si crede puro, l'intima fraternità ammazzaste.
In questa vita che sconti non concede, dove, giustizia lama affilata uccide un segreto al cielo, ove, l'uomo capo branco, stupra la fragile concezione del giusto, chi invoca una semplice pietà, altro non può far che dar l'ultimo respiro alla morte.
Sia lei a leggere l'elenco dei mali, osservandoli da vicino quanto basta, perchè diventino dei sorvegliati speciali.